Quando Elena scelse il suo abito, aveva le idee così chiare da lasciare disarmato l'intero atelier: voleva essere una sposa in pantaloni, pensava a una jump suite. In negozio provarono a farle provare qualche abito scivolato, ma non c'è stato verso di farle cambiare idea: ed era bellissima proprio perché era così, se stessa in un abito da sposa. Come lei voleva sentirsi.

Le sue figlie piccole, quando hanno visto la mamma, si aspettavano l'abito da principessa e ricorderò per sempre la loro espressione di estrema delusione quando uscì in pantaloni. Lei però non si scompose e disse loro che sceglieranno un abito da principessa quando saranno loro ad andare all'altare.

Non tutte le spose hanno la centratura di Elena, quello che dico alle mie spose è che ogni abito è un viaggio e che devono percorrerlo tutto per arrivare alla soluzione giusta per loro: per alcune è un viaggio meno lineare, perché si scontrano con un'idea che hanno impostato nella loro mente e che devono scardinare, per arrivare con libertà e serenità ad una scelta più autentica.

Non esiste in senso assoluto nessun abito brutto, esistono quelli che risuonano con l'immagine che volete interpretare: è compito degli atelier guidarvi nel percorso, con tatto e cura, e anche in modo strategico in funzione alla forma del vostro corpo e ai punti di forza da valorizzare. Detto questo, devo ammettere che ho visto spose molto felici in abiti che stavano loro bene ma che non erano idealmente perfetti per loro, e so che sarebbero state più infelici in un abito giustissimo per la loro fisicità ma che non rispecchiava la storia che volevano raccontare.

E il tuo abito come sarà? Parlerà di te?