Ricordo benissimo Laura quando, dopo il primo incontro, in una telefonata mi disse che lei e Andrea avrebbero voluto scegliere me come wedding planner, se io avessi confermato l’interesse di lavorare con loro. È una frase che mi sento dire poco ma che dentro di me elaboro sempre, prima di confermare di collaborare con una coppia. Perché quello con la wedding planner è un percorso, spesso annuale o comunque della durata di diversi mesi, che come ho detto molte volte si basa sulla fiducia, ma anche sull’empatia, sul rispetto reciproco e sulla condivisione. Si deve essere sicuri di voler compiere questo viaggio insieme, e per questo è una decisione che va assunta da parte di tutti e 3.
Quando le cose sin dal primo contatto non hanno quella sintonia necessaria, anche lato wedding planner, io preferisco essere chiara e rifiutare l’accordo, provando a spiegare le mie ragioni e consigliando loro una figura più adatta alle loro esigenze. Spesso incontro dubbi e reazioni sorprese di fronte a questa mia comunicazione, ma so sempre quando è la scelta giusta da fare (l’ho imparato sulla mia pelle, quando ancora non sapevo dire i giusti di no, e ho promesso di ricordamene).
Ho pensato quindi di raccontarvi quali sono i 3 tipi di coppie non adatti a me (ovviamente è un mio sentire personale, sono certa che ci siano altre professioniste che possano accogliere le loro esigenze e ben vengano).
Lo metto sicuramente al primo posto: chi ha fatto un appuntamento con me sa che non ho preconcetti su fornitori che non conosco, che li valuto come faccio con tutti, per capire se fanno al caso della coppia che ho di fronte ma anche se funzionano all’interno del team. Detto questo, però, ci sono almeno un paio di location e un altro paio di fornitori che mi sono imposta di evitare come la peste. Io cerco di essere sempre molto onesta se mi chiedete un consiglio su un fornitore, anche in sede di colloquio, perché magari posso avere feedback recenti miei o di colleghe. Ci sono situazioni che posso dirvi se mi sembrano in linea con voi o meno, e altre gestioni che sono oggettivamente imbarazzanti. Sono poche, fortunatamente, ma per me imprescindibili. Se la vostra scelta è fissata e non negoziabile, preferisco rinunciare all’incarico. So che finirei con una gastrite importante, e non me lo merito. E anche voi non vi meritate una persona scontenta di lavorare con quel fornitore: il mio test (l’ho imparato dalla mia coach) è sapere se ci andrei o meno a mangiare una pizza insieme, se capitasse l’occasione. Quelli con cui non posso andare a mangiare una pizza, non posso nemmeno essere miei partner di un progetto.
Come anticipato, non ho preconcetti rispetto a specifici fornitori, ma chiedo sempre siano contatti professionali. Nonostante l’eventuale modulo di scarico di responsabilità, da tirare fuori al momento opportuno in caso di scelte sconsigliate, ci sono delle situazioni che oggettivamente possono distruggere un’atmosfera e la totale riuscita di un evento. L’emblema di questa storia per me è una coppia che ha voluto a tutti i costi un deejay amico di amici e nessun intervento di light design: morale della favola, la sera siamo finiti in barchessa con i fari da stadio (imbarazzanti e che uccidevano qualsiasi idea di atmosfera) e il deejay amico di amici si è presentato con le casse dello stereo di casa, dopo mezz’ora è saltato tutto l’impianto e la festa è finita così. Chiedetemi se ho mai pubblicato qualche foto di quella serata.
Io e il trash viviamo a due latitudini e longitudini distantissime: siamo proprio due cose opposte. Non è nelle mie corde, non fa parte di me, non saprei interpretarlo e per me sarebbe difficile ogni passaggio. Una mia sposa 2020 ha detto: se dovessi usare un solo aggettivo per descrivere il tuo lavoro, direi: raffinato.
Uno dei più bei complimenti che ho ricevuto. Perché a me va benissimo che sogniate un matrimonio country, romantico, boxo-chic, rustico, elegante, moderno, minimale o campestre, purché il tutto si sposi con un gusto delicato, raffinato, sobrio.
Sono sicura che ci siano professioniste capace di tirare fuori il meglio dall’anima kitsch di certe coppie, ma quella sicuramente non sono io. Non posso lavorare con coppie che hanno questo sogno perché non entreremmo mai davvero in sintonia, sarebbe una fatica per entrambi: sarebbe come stare insieme in una barca in mezzo al lago e navigare in due direzioni opposte. Per quanto tempo potremmo restare nello stesso punto senza avanzare in nessuna direzione?
Il segreto, almeno per me, è essere sempre coerente: quello che pubblico, i lavori che metto nel portfolio del sito e sulla mia bacheca di Instagram, i temi che tratto qui nel blog o nella newsletter hanno un unico obiettivo: parlare con le coppie con cui sogno di lavorare. Siete una di queste?
Un Giorno Su Misura offre servizi di wedding planning e organizza matrimoni sartoriali a Venezia, Padova, Treviso e ovunque vogliate.
Elisabetta Bilei
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